Pittore
Carlo Dicillo
Quali sono i demoni di Carlo Dicillo? Cosa lo spinge a sperimentare continuamente nuove forme espressive, nuove tecniche e inedite soluzioni? Cosa anche fa di lui un operatore costante e riconoscibile nello stile?
Domande che meritano una risposta. Certo non definitiva e neanche una sola. Diciamo che sono più che risposte, ipotesi; perché la riuscita di una operazione artistica è nella sua ricchezza polisemica, evocativa, plurale. Se quindi le mie ipotesi saranno arricchite, anche contraddette, e messe in dubbio, le opere di Carlo potranno dirsi riuscite.
Partiamo dai materiali. Carlo usa preferibilmente materiali non tradizionali non i colori ad olio gli acquerelli. E ancor più non usa i supporti tradizionali: le tele, l’argilla, il marmo, il bronzo. Ricorderemo che le prime sue opere nascevano autarchicamente da zucche, scarponi, legni secchi e contorti. Un campionario di materiali improbabili, suggeriti dal genius loci, ben presto arricchiti dall’uso di colori sintetici, resine, plastiche, spugne artificiali, catrame, imposti dalla cultura industriale del nostro tempo. È importante dire dei materiali ? Beh, sì. Senza azzardare confronti non sono forse le ricerche sui materiali all’origine dell’arte del secondo Novecento in Italia? Le plastiche bruciate, la lana d’acciaio, le scope di plastica, i legni bruciati, le putrelle di acciaio, le carte accartocciate e fissate nel vinile non rimandano ai nomi di tanti maestri contemporanei? Eppure, questa ricerca di Carlo ha caratteri personali, essa schiva il senso tragico di alcune di queste esperienze privilegiando una componente personale. Uno sarebbe tentato di buttarla subito sul gioco, sull’elemento ludico pure presente in quelle esperienze prima alluse e non citate. Si richiamerebbe allora, ancora una volta, Pino Pascali, nume tutelare d’ordinanza per ogni artista nato in Puglia, pare. Ma non credo sarebbe giusto in modo esclusivo. Mi convince di più fare appello a una altra componente fondamentale dell’arte nel rapporto con il suo pubblico: la meraviglia. Lo stupore che nasce dal riconoscimento dell’abilità operativa, o anche dalla sola intuizione, della bravura tecnica che produce oggetti quasi impossibili. Un surrealismo domestico creato dalla dialettica delle forme e dei materiali: asteroidi colorati e orbitanti, tracce levitanti di rocce, totem imponenti. E su questa base si deve comunque sempre cogliere una componente ironica che dialoga, senza cinismo ma con qualche venatura di disincanto, con le espressioni più plateali del mercato dell’arte contemporanea, nel rispetto del valore magico ed evocativo delle immagini che si rifanno alla natura, in un tentativo quasi sciamanico di pratica artistica.
Vincenzo Velati
PROFILO
Nato a Bari nel 1969. Dopo gli studi accademici, presso l’Accademia di Belle Arti, intraprende in maniera attiva e professionale la sua attività di artista, con l’utilizzo di una grande varietà di materiali, soprattutto poveri, come catrame, resine, lattice, gomme siliconiche, marmo…
Ha realizzato performance su piano nazionale, accedendo anche ad alcune reti televisive come Telenorba, Raitre (alla falde del Kilimangiaro,),Mezzogiorno in famiglia Rai 2, Rai uno , nonche’ stage work con Carlo Rambaldi (creatore di E.T. e oscar per gli effetti speciali). Le opere polimateriche di Dicillo, a parere di settori autorevoli della critica, “tendono ad unire il mistero ed il fantastico, l’immediato e l’essenza del cosmo, il misfatto e l’orrore“
Attualmente insegna Arte e immagine.
Dicillo nelle sue opere tende plasmare la materia come per magia, attraverso una cura dettagliata dei particolari senza lasciare nulla al caso.
L’artista, attraverso la sua capacità di interagire con i più svariati materiali, è sempre alla ricerca di nuove soluzioni ed evoluzioni artistiche.
Tutte la sua produzione è frutto di una continua metamorfosi tesa ad approfondire e a maturare nell’artista lo stesso concetto di Arte.
Le sue opere evidenziano una esperta conoscenza pittorica e scultorea, che gli ha permesso di interagire genialmente con la materia stessa, sfidando talvolta tutto il suo potenziale umano, intellettuale e artistico.
L’artista cerca di cogliere, attraverso le sue rappresentazioni, la freschezza, l’immediatezza e la dinamicità degli oggetti, con particolare attenzione agli aspetti non estranei alla loro problematicità.
Attualmente insegna nella scuola media di Cutrofiano, dove svolge attività di docenza di Arte e Immagine , oltre che ad occuparsi anche di cortometraggi e make-up per il cinema. e lavori di sculto-installazioni per ambienti di varia tipologia.
Le opere dell’artista sono esposte in musei e gallerie nazionali ed estere.
TITOLO DI STUDIO
STAGE WORK
MOSTRE COLLETTIVE NAZIONALI ED ESTERE
TEATRO ABELIANO BARI 2005
SALA MOSTRE NOICATTARO BARI 2004
MOSTRE PERSONALI NAZIONALI ED ESTERE
CONCORSI NAZIONALI ED ESTERI
CARLO DICILLO